associazione culturale
AMICI DI SAN BEVIGNATE
 
La Chiesa. Panoramica.
Cerrini S.-"L'Apocalisse dei Templari" (Milano, 2012)

"Arrivare a San Bevignate non è semplice. Per raggiungere la chiesa templare bisogna affrontare il dedalo perugino di viuzze interne, in salita, e delle lunghe vie che costeggiano la campagna a est. Dopo aver ammirato le colline coltivate a vigna e ulivi, si raggiunge un viale alberato e su un prato affacciato sul mirabile panorama perugino, nel quartiere di Monteluce, appare all'improvviso San Bevignate.
A un primo sguardo la Chiesa appare gigantesca o meglio "affetta da gigantismo", come scrive Gaetano Curzi. Niente a che vedere con la piccola cappella di Cressac-Saint Gilles, nella Charente, per citare una chiesa templare francese i cui affreschi, a differenza di quelli di San Bevignate,sono ammirati in tutto il mondo già da tempo. Più simile invece per dimensioni e per impianto architettonico, la Chiesa templare di Montsaunès, nella Haute-Garonne, a ridosso dei Pirenei.
La chiesa di San Bevignate è uno dei più straordinari tesori templari ancora esistenti
.Fu fatta costruire a partire dal 1256 dai templari
e in particolare da frate Bonvicino, originario di Perugia o di Assisi. Il templare Bonvicino (m. 1262) era da vent'anni il cubiculario del papa, cioè uno dei camerieri personali che hanno accesso alla camera da letto e che ne costituiscono anche la guardia del corpo: oggi si direbbe maggiordomo, sicuramente molto influente in Curia.
A lui va certamente ascritta la paternità della concessione nel 1237 da parte di Gregorio IX dell'abbazia benedettina di San Giustino d'Arna, che divenne la prima sede templare in Perugia, da cui dipendeva la chiesa di San Gerolamo, nei pressi di PortaSole, cioè proprio nella stessa zona su cui i templari costruirono poi San Bevignate.


L’interno della chiesa e a navata unica divisa in due campate, sorrette da fasci di piccole colonne da cui si dipartono i costoloni poligonali delle volte a crociera. Tutte le pareti della chiesa sono rivestite da affreschi originali, riportati alla luce dallo strato di intonaco che gli era stato dato sopra. Il ciclo di affreschi presente nella chiesa è un caso assai raro di testimonianza di arte templare. Si parte dall’abside, dove c’è una rappresentazione del giudizio finale: da notare la presenza di un 13º apostolo, il secondo della fila: San Barnaba, una figura molto venerata dai templari. In alto, vi è una gran croce di tipo greco, affiancata da due croci più piccole e da nove stelle, che simboleggiano i nove fondatori originari dell’ordine. A seguire, vi è una rappresentazione della Regina Angelorum, il simbolo dell’Agnus Dei attorniato dai Quattro Evangelisti ed una grande figura di Apostolo. In basso c’è una rappresentazione della crocifissione ed una scena in cui è raffigurato il vescovo di Perugia che concede a San Benignate il luogo in cui sorgerà la Chiesa. Nella parete sinistra invece è presente l’ultima cena. L’arco trionfale è riempito con diverse forme decorative geometriche di carattere simbolico Entro due riquadri sono raffigurati due miracoli attribuiti a San Benignate. Altri motivi simbolico geometrici sono presenti sulla parete destra della navata in cui prevale l’immagine del fiordaliso. Su quella sinistra invece sono presenti motivi fitormorfi e zoomorfi. Sulla controfacciata si trovano a sinistra la Nave dei Pellegrini sotto una scena che rappresenta San Girolamo che risana l’unghia ad un leone (oppure un gruppo di templari con leone rampante) e a destra una scena di battaglia tra musulmani e templari. Da notare il motivo decorativo a finta pietra che copre gran parte della superficie parietale tipico delle chiese templari

Scarpellini P. - "Templari e Ospitalieri in Italia"
(Milano, 1987)
Sappiamo che nel luogo ove poi sorsero la chiesa ed il convento dei Templari v'era un oratorio dedicato a san Girolamo, di cui è oggi impossibile non solo farsi una qualche idea strutturale ed architettonica, ma persino rintracciarne l'esatta ubicazione. L'attuale edificio si ricollega dunque interamente alla storia di quell’ordine militare la cui presenza nei dintorni diviene sempre più significativa nel corso del Duecento, specie dopo che la precettoria dei Santi Giustino e Girolamo aveva acquistato una particolare importanza per opera di un frate cavaliere, quel Bonvicino, probabilmente assisano, cubicolario di Gregorio IX, influentissimo in Curia anche sotto Innocenzo IV ed Alessandro IV.  E sarà appunto con la sempre più frequente presenza dei papi a Perugia che la sede di San Bevignate verrà a prendere un ruolo via via crescente, fino a diventare, casa madre di tutti i conventi dell'ordine nel Patrimonio di San Pietro in Tuscia. La nuova chiesa, dedicata a quanto pare congiuntamente ai santi Girolamo e Bevignate (il secondo un misterioso eremita vissuto in questi luoghi i n epoca incerta), era già in costruzione nel giugno 1256 e doveva essere a buon punto nel l'ottobre 1262, quando Bonvicino chiedeva ai canonici della cattedrale "quendam marmoreum lapidem", forse per la mensa d'altare. Tutto fa dunque credere che il monumento fosse compiuto di lì a poco tempo.

Non vi è alcun dubbio che San Bevignate, così come noi oggi lo vediamo, corrisponda per intero a quel periodo, non essendovi inglobati resti di edifici anteriori, né risultando evidenti aggiunte e modifiche di qualche rilievo. Dal punto di vista tipologico la chiesa non si discosta dalla formula che gli ordini militari utilizzavano per le loro cappelle nei manieri palestinesi, una semplice struttura rettangolare ad unica navata come, per restarcene nell'ambito templare, abbiamo a Safita ed a Tortosa, e come ritroviamo in una quantità di altre chiese dell'ordine sparse in tutto l'Occidente, d'aspetto semplice, nudo, arcigno, in evidente rapporto con la loro filiazione militare. San Bevignate mostra notevoli corrispondenze con la chiesa della "commanderie" di Montsaunès (Haute Garonne) situata in un luogo strategico sulle propaggini pirenaiche per:
-dimensioni notevolmente ed insolitamente ampie,
-divisione interna i n campate,
-presenza di una cella absidale più bassa rispetto all'invaso della navata (motivo comune nelle chiese cistercensi),  
-collocazione dei due portali in pietra, uno sulla fronte della chiesa, l'altro sul fianco sinistro, utilizzati per l'accesso di diverse categorie d i persone,
-aspetti  della decorazione affrescata all'interno.
A San Bevignate appaiono anche molto evidenti le relazioni con le chiese francescane umbre, a cominciare dalle due basiliche di Assisi, dalle quali proviene il partito delle ampie crociere poggianti su pilastri triastili emergenti dalle pareti e dagli archi diaframmi a sesto acuto: mentre la presenza dei due possenti sproni che incastellano la facciata potrebbe ispirarsi al San Francesco al Prato di Perugia, allora in costruzione.